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In Aula Magna col 'Decameron, Umana commedia' sempre attuale

In Aula Magna col 'Decameron, Umana commedia' sempre attuale

Giovedì 11 e - in replica, a grande richiesta - venerdì 12 Aprile, l’Aula Magna del nostro Istituto si è trasformata… in un teatro! Molte classi seconde e terze della nostra scuola (per la precisione: 2I Istituto, 2AL, 2DL, 2EL, 2FL, 3A Automazione, 3A Chimica, 3B Informatica, 3A Elettronica, 3AL, 3BL, 3DL, 3EL, 3FL) hanno assistito allo spettacolo ‘Decameron, magnifico arazzo d’Umana commedia’, appositamente allestito per studenti e insegnanti da Alberto Galligani, attore-animatore fiorentino di nascita - e pistoiese d’adozione, con una lunga esperienza di docenza e teatro. 

L’esibizione è stata una vera e propria lezione ‘teatralizzata’, in cui approfondimenti ‘scolastici’ e teatro d'autore si sono magistralmente alternati. Galligani ha introdotto con un video il contesto storico della Firenze degli inizi del Trecento: indossando i panni di un monaco amanuense, ha presentato al suo pubblico lo sconvolgimento causato dalla peste, mortal morbo che ha lacerato e offeso la società, privandola di quei residui di gentilezza e aiuto reciproco che già l’accumulo sfrenato di denari del periodo precedente aveva pesantemente minacciato. È in questo quadro di malattia, egoismo e paura che si colloca la lezione di Boccaccio novelliere: col suo Decameron, l’autore certaldese propone una rifondazione dei rapporti umani, basata sull’attribuzione di valore e peso alla vita associata, alle risorse dell’intelletto e, soprattutto, all’amore. 

Dopo aver presentato al pubblico quest’affresco introduttivo, Galliani ha spento il video ed è tornato a calcare dal vivo il palco della nostra Aula Magna, rappresentando quattro novelle tratte dal capolavoro boccacciano. Per interpretarle è sempre stato da solo sulla scena: gli studenti sono rimasti tutti molto colpiti dalla sua estrema capacità di passare da un personaggio all’altro semplicemente modulando il tono e l’intensità delle parole, e poi agendo su gestualità e posizione del proprio corpo sul palco. Misurando voce, sguardo, pause, Galligani ha raccontato la brulicante società fiorentina del Trecento, fatta di religiosi, mercanti, padri, figli e donne. Una società fortemente condizionata dalla morale, ma al contempo molto terrena e disincantata. Insomma, una realtà, quella di settecento anni fa, che sostanzialmente non pare molto diversa dalla società attuale. 

Docenti, studentesse e studenti sono rimasti affascinati anche dai costumi di scena e dalle immagini che scorrevano dietro l’attore, proiettate sullo sfondo: corpi deformati dalla peste, ma anche vie cittadine piene di vita attiva, e interni di case, conventi e monasteri, in cui la vita che si svolgeva non era sempre solo contemplativa, anzi.

Tra il pubblico, c’è chi è rimasto molto segnato dallo spettacolo, tanto da avere lumi anche sulle proprie aspirazioni lavorative future: -  Ho capito cosa voglio fare nella vita! - ha detto, di cuore, uno studente alla sua prof a fine spettacolo, estasiato dall’esperienza.

 

Ringraziamo l’attore Alberto Galligani, instancabile, poliedrico e attivissimo sulla scena per tutte le due ore della lezione-teatro, e la professoressa Floriana D’Amely, che, ormai da tanti anni (e sempre con grande entusiasmo e pazienza!), organizza per la nostra scuola quest’importante occasione cultural-ricreativa.